CONDIVIDI
Giovani e risparmio

Risparmiare, è cosa nota, risulta essere storicamente una virtù degli italiani, popolo da sempre abituato a recitare più la parte della formica che della cicala. Ma negli ultimi decenni, anche le nostre abitudini sono radicalmente cambiate, nonostante, fondamentalmente, l’italiano resti, per definizione, un grande risparmiatore. Ed è proprio grazie a questa virtù che il nostro paese, nonostante abbia accumulato un debito pubblico per dimensioni secondo solo a quello greco, viene considerato di fatto solvibile.

Risparmiare, virtù storica degli italiani

Un eventuale aumento delle trattenute da parte dell’erario, però, metterebbe a dura prova la pazienza dei risparmiatori, che nell’ultimo decennio, a causa della crisi e alla conseguente esplosione del debito pubblico, hanno visto aumentare alcune imposte, di fatto una sorta di “patrimoniale mascherata“: la ritenuta fiscale sugli interessi/plusvalenze, ad eccezione dei titoli di stato, è passata da 12,50% a 26,00%, mentre l’imposta di bollo è passata da un fisso di €.34,00 ad uno 0,20% proporzionato al valore corrente del deposito titoli, calcolo che viene effettuato in base alla periodicità di invio dell’estratto conto del dossier.

Aumenti indubbiamente significativi che, seppur giustificati dal tentativo – andato quasi totalmente a vuoto – di far contribuire maggiormente chi possiede una maggior quantità di investimenti, ha provocato una fuga di capitali verso l’estero di svariati grandi possidenti.

La cultura del risparmio, però, è lungi dall’essere sconfitta, come possono testimoniare i numerosi operatori finanziari dislocati sul nostro territorio nazionale. Ancora oggi, molti genitori aprono libretti di risparmio intestati ai figli, una sorta di primo mattoncino per cercare di mettere da parte qualche soldo.

Anche nel mondo assicurativo restano sempre di moda le polizze che consentono al minore, al raggiungimento della maggiore età, di riscattare quanto accantonato per svariati anni da mamma e papà, un gruzzolo talvolta importante per poter proseguire il percorso di studi in ambito universitario. Di generazione in generazione, si cerca di tramandare una sana cultura del risparmio.

Come il web avvicina i giovani alla cultura del risparmio

La vera “mission” coniugale, quindi, è portare il proprio figlio a non scialacquare i soldi, cercando di qualificare nel miglior modo possibile il termine “denaro“, talvolta accostandolo alla parola “sacrificio”. Nell’epoca attuale, però, le distrazioni per i giovani sono aumentate esponenzialmente: oltre ai tipici divertimenti di alcuni decenni fa, come pub o discoteche, il mondo del web ha moltiplicato le opportunità di spesa, ingolosendo, e non poco, le nuove generazioni.

Aprire un libretto ad un ragazzo, oggi, non riscuote presso lo stesso il medesimo gradimento di un coetaneo negli anni ’90. Per avvicinarli alla cultura del risparmio, quindi, bisogna essere al passo coi tempi: una app risparmio giovani, ad esempio, costituisce certamente uno strumento più efficace, e di maggiore appeal per il fruitore, rispetto al vecchio e caro libretto.

La storia, però, è ciclica. Indipendentemente dall’epoca vissuta, ogni individuo approccia in maniera più consapevole alla cultura del risparmio con l’avanzare degli anni, in modo da garantire un futuro più sereno per sé stesso e le generazioni in divenire. Una rappresentazione mentale, quest’ultima, fortemente radicata nei paesi latini, dove il concetto di famiglia è decisamente più sensibile rispetto ad altre culture.